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Ciao mio Principe Alieno

Ieri è stata una giornata conclusa in modo difficile. Il “nostro” Olgo ci ha lasciati, stroncato da una crisi respiratoria al termine della seduta di pulizia chirurgica della sua zampona malata. Tutto era andato bene, compreso il viaggio di andata dove aveva sbirciato a lungo fuori dal finestrino, ma qualcosa all'improvviso ha cominciato a malfunzionare nella sua respirazione; lo abbiamo subito messo sotto ossigeno x aiutarlo, e le due ore successive sono stato un lungo susseguirsi di manovre per cercare di alleviare la sua sofferenza che era sempre più grande. Ringraziamo la dottoressa Sorrenti e tutto il suo staff, per la professionalità con cui lo hanno curato per due anni, ma soprattutto per la loro umanità che gli ha permesso di essere amato e coccolato durante ogni momento di cure mediche che nel tempo sono state moltissime. Operato a ritmo di musica classica, vezzeggiato e , alla fine, pianto come un fratello che se ne va. E questo è stato Olgo per tutti noi, un Fratello che è stato prezioso per molti, oltre che per Gloria, sua compagna di vita. Chiunque adotti un tacchino, viva con lui o anche solo lo osservi da vicino in un ambiente etologicamente adatto scopre un mondo che la maggior parte dell'umanità ignora, perchè troppo impegnata a tenere lontano da sé qualsiasi emozione che riguarda l'interazione tra se stessa e ciò che considera cibo; un mondo fatto di gentilezza, sensibilità, affetto dimostrato attraverso abbracci e gorgoglii, intelligenza che traspare da occhi limpidi e attenti. Tutto ciò a milioni di esemplari non è dato di manifestare, rinchiusi in capannoni, ammassati, menomati (a Olgo e Gloria sono state amputate le prime falangi per evitare che le unghie ferissero altri esemplari nella folla dell'allevamento), lasciati a rantolare per giorni in preda a crisi respiratorie o calpestati dagli esemplari più forti quando le zampe non reggono più il loro peso. Meri oggetti, di cui nessuno si interessa perchè è molto più facile pensare che le cose non stanno realmente così, che “qui” gli animali sono ben trattati e rispettati fino alla loro inevitabile (chissà poi perchè) macellazione; ci piace pensare che il brutto sia sempre un po' più in là, così distante che purtroppo non ci si possa fare niente, non sia più compito nostro cambiare le cose, occuparcene, esserne emotivamente toccati. Ecco, Olgo era “uno che ti toccava”, dentro, nel profondo, e che ha aiutato più persone a capire che si può cambiare, si può espandere la propria sensibilità, si può trovare il coraggio di voltare le spalle alla tradizione se questa non ti rappresenta più e si può trovare un'altra via. La via del cuore e della compassione; quella via che è lì che ci aspetta, forse sepolta nel profondo o forse solo sotto un lieve strato di cenere depositata dagli anni, dai propri dolori, da un'educazione ristretta, da un'empatia non annaffiata i cui germogli fanno fatica a svilupparsi. Ma il seme c'è, basta dargli attenzione. Olgo Si dava e Ti dava attenzione, era una star del nostro rifugio e chi arrivava tra noi per una visita il più delle volte lo conosceva già di fama, e rimaneva impressionato dalla sua imponenza, dal suo carattere, dai suoi colori. Quando riceveva visite si gonfiava tutto, le sue penne si alzavano una ad una sulla schiena e la testa cambiava colore, rivelando l'emozione che gli procurava l'incontrarti per la prima volta, entrare in contatto con nuove persone, nuovi spiriti in cammino. Ogni animale, come ogni persona, è un maestro per tutti noi, se lo sappiamo vedere e accogliere, e qui in rifugio ne abbiamo di ogni genere: Ci sono maestri di Scaltrezza, di Velocità, di Istinto materno, di Serenità, di Cooperazione, di Tenacia e tanti altri ancora. Olgo era un Maestro di Pazienza: ha sopportato lunghe cure per anni senza mai lamentarsi né perdere la voglia di stare vicino agli esseri umani, (quegli stessi che nei primi mesi della sua vita lo hanno tenuto in schiavitù e lo hanno considerato un oggetto da cui trarre profitto), un Maestro di Curiosità, sempre pronto a passeggiare tra noi e incontrare il tuo sguardo per conoscerti un po' meglio e appoggiarsi alle tue gambe per un contatto, un Maestro di Sensibilità, estimatore della musica classica e soprattutto del suono del violino che gli veniva suonato a volte dal vivo mentre lui si produceva in balletti deliziosi e versetti di soddisfazione. Ci mancherà, è innegabile, ma ci ha lasciato un testamento che non possiamo ignorare. Perchè più di tutto questo, Olgo era un Ponte, un Ambasciatore tra i nostri due mondi che all'apparenza sono così distanti e parlano lingue diverse; ci ha innumerevoli volte mostrato che i confini si possono oltrepassare, che i limiti possono essere valicati, che nulla è già scritto ma tutto è in divenire e che siamo noi, ogni singolo essere vivente, che fa la differenza intorno a sé e per sé. Io credo che il suo insegnamento per tutti noi sia proprio questo: non dimentichiamoci mai di essere Ponti, di superare i confini che sentiamo in noi e intorno a noi per andare oltre ed essere curiosi, empatici, compassionevoli, smettiamo di guardare la realtà come qualcosa di statico e immutabile,di già scritto, qualcosa da subire, ma troviamo dentro di noi, in ogni istante che la Vita ci offre, un'occasione per stupirci, per apprezzare ciò che abbiamo, per non rimpiangere ciò che non c'è più, troviamo e facciamo crescere in noi la forza di superare le difficoltà e la creatività per trasformarle in doni da cui imparare, diventiamo Ambasciatori di Pace guardando negli occhi gli altri e mostrando loro le nostre emozioni, senza vergogna ma con la fierezza di un guerriero che è pronto a migliorare il mondo a partire dal suo piccolo, che piccolo non è, A te, mio guerriero azzurro, mio splendido principe alieno, va il mio Grazie per tutto ciò che mi hai donato e insegnato. Mi mancherai moltissimo ma sono felice che il tuo spirito si sia finalmente liberato dal peso di una incarnazione così difficile. Sono certo che in questo momento stai ricevendo l'onore che meriti per una scelta così dolorosa. Ti Porto Con Me. Matteo

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